P. è un bambino affetto da sindrome di Down, iperattività e disturbi dell’attenzione. Quando viene coinvolto emotivamente mostra degli eccessi, risultando incontenibile perché urla o scappa e dice di avere paura. Essendo molto attratto dagli animali, la sua insegnante di seconda elementare decide di intraprendere un progetto di pet therapy per aiutarlo a prendere sicurezza in sé stesso e superare le proprie paure.
In questo primo progetto viene coinvolta una coppia costituita da Luca, signore molto accogliente ed empatico che piace moltissimo ai bambini, e Neve, un bellissimo golden bianco di 5 anni che alterna momenti di gioco a momenti di coccole. Quando Luca arriva con la sua macchina nel parcheggio della scuola, P. è lì in attesa con l’insegnante, ma appena viene aperto il bagaglio e Neve salta giù dalla macchina, il bambino comincia ad urlare e a correre per tutto il piazzale dicendo di avere paura. Entrati nell’aula di sostegno per iniziare l’incontro, il grosso cagnone viene tenuto al guinzaglio e P. si mette nel punto più distante dell’aula, con gli occhi spalancati, senza riuscire a togliere l’attenzione dall’animale, ma continuando a dire di avere paura.
I primi incontri servono per conoscersi un po’ e cominciare ad osservarsi. P. si dimostra molto attento e curioso, è attratto dal cane, anche se ne è intimorito. Non vuole che gli si avvicini ed esclama “Ahia!” se per sbaglio sfiora il pelo dell’animale. Successivamente condivide una parte dell’incontro con F., un compagno con cui generalmente non va molto d’accordo. Qui, invece, l’amico, che al contrario si fida molto del cane, lo aiuta a prendere fiducia nell’animale, gli mostra come avvicinarsi, come coccolarlo e come giocare. P., seppur ancora un po’ impaurito, si avvicina di più a Neve e collabora con F. Allo stesso tempo i due bambini prendono molta confidenza con Luca, scherzano e giocano insieme. Sembra che si conoscano da tempo e si è costruito un bel rapporto di fiducia. Il bambino è riuscito a comunicare sia attraverso il disegno che la parola l’esperienza fatta, sorprendendo tutti e dimostrando quanto sia stata significativa per lui. Nei confronti del cane ha sempre mantenuto un certo timore, ma è migliorato nel tempo e, addirittura, la paura è diminuita anche nei confronti dei cani incontrati per strada. P. ha anche imparato ad accettare le novità con maggiore facilità.
L’anno scolastico successivo è stato richiesto di effettuare un nuovo ciclo di pet therapy. Per dargli continuità e permettergli di prendere maggiore sicurezza è stata mantenuta la stessa coppia. Questa volta, quando arrivano a scuola per il primo incontro, Luca e Neve vengono accolti da un P. molto felice e festante che gli va incontro senza timore e che non vede l’ora di incontrarli. Durante questo percorso si dimostra sempre più sicuro di sé e in grado di gestire le proprie emozioni. Prende sempre più confidenza con il cane, arrivando a sdraiarsi accanto all’animale con la testa appoggiata sul torace per ascoltargli il cuore. Lo spazzola e lo accarezza, toccando con piacere il pelo. La sua maggiore sicurezza però non è limitata al rapporto con l’animale, ma la dimostra nella vita quotidiana. Ad esempio, se l’anno prima faceva fatica ad andare a teatro, quest’anno dirige i compagni nello spettacolo. Durante Halloween non ha più paura delle maschere dei mostri e si avvicina, facendosi fotografare con loro. Anche i rapporti con i compagni vanno molto meglio. La sua emotività è molto più gestibile.
Quest’anno, per il terzo progetto, è stata scelta una nuova coppia per potergli fare qualche passo in più. All’inizio non voleva accettare la novità e continuava a richiedere il suo vecchio amico. Ma Luna, grossa labrador nera, molto dolce, è riuscita a conquistarlo in un attimo, così come il suo compagno umano. Purtroppo a causa della chiusura delle scuole in seguito alla pandemia da COVID-19 il progetto non è stato concluso, ma già in tre incontri si è visto un bambino sicuro di sé, in grado di generalizzare quanto imparato dalle precedenti esperienze e in grado di accettare le novità con piacere.
Attraverso la mediazione della relazione con l’animale, P. è riuscito a scoprire delle proprie risorse interiori e a tirare fuori dei lati di sé altrimenti nascosti. Il cane grazie alla sua presenza ha aiutato il bambino a crescere e a trovare i propri strumenti interiori, non giudicandolo, accettandolo per come è, rispettando i suoi spazi e i suoi tempi. Ciò che si è mosso all’interno di P. non si è fermato alla chiusura del progetto, ma ha continuato a lavorare in profondità nei mesi successivi, dimostrandolo quando si iniziava un nuovo ciclo. Infatti, a distanza di tempo si sono visti dei progressi nella crescita del bambino a testimonianza di quanto la relazione con l’animale sia in grado di agire in profondità